Due recenti delibere della Corte Federale lanciano un avvertimento per gli anziani e i pensionati che ricevono più di R$1.412 dall'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INSS).
Nel primo processo, la Corte Superiore di Giustizia (STJ) ha posto il veto al pignoramento delle prestazioni di previdenza sociale per coprire le spese legali.
Questa decisione, applicata anche nei casi in cui gli avvocati erano essenziali per ottenere i benefici dell'INSS, costituisce un precedente che rafforza la protezione di tali redditi.
Allo stesso tempo, l'STJ analizza un cambiamento significativo per quanto riguarda i pagamenti retroattivi, suggerendo che essi siano conteggiati sulla base della citazione legale dell'INSS, e non della richiesta amministrativa, che potrebbe modificare sostanzialmente gli importi dovuti retroattivamente.

Divieto di pignoramento: conservazione delle prestazioni previdenziali
In un risanamento giudiziario, il tentativo di sequestrare le somme ricevute dai beneficiari dell'INSS per pagare le spese legali è stato respinto dall'STJ. Alla base della richiesta c'è una scappatoia del codice di procedura civile, che consente il sequestro dei beni nel caso in cui il debito sia una conseguenza diretta della loro acquisizione.
Tuttavia, questa affermazione non è stata accolta, poiché il ministro Nancy Andrighi, relatore, ha sostenuto che le tasse non sono classificate come prezzo per l'acquisizione di una prestazione di previdenza sociale.
Questa decisione unanime evidenzia che il rapporto contrattuale tra avvocati e clienti non può compromettere la tutela giuridica accordata alle prestazioni dell'INSS.
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Dibattito giuridico: tasse contro sussistenza
La decisione della STJ apre una discussione rilevante su come onorare i servizi legali senza danneggiare la sopravvivenza degli assicurati.
L'avvocato Laura Brito, specialista in diritto di famiglia e di successione, sottolinea che gli onorari sono di sussistenza per gli avvocati e che, in alcune situazioni, il pignoramento potrebbe essere consentito, purché ciò non minacci la dignità del pensionato.
Questo dibattito illustra il delicato equilibrio tra preservare l’integrità finanziaria degli assicurati e garantire che gli avvocati siano adeguatamente retribuiti per le loro funzioni essenziali.
Pagamenti retroattivi: una nuova data di riferimento
Il secondo caso evidenziato si riferisce alla proposta del ministro Maria Thereza de Assis Moura sull'inizio del periodo di pagamento retroattivo delle prestazioni esaminate giudizialmente. In questa proposta, la citazione dell'INSS nel processo diventerebbe la tappa iniziale per l'erogazione delle prestazioni.
Ancora in fase di analisi, questa idea mira a uniformare e rendere le decisioni più giuste, garantendo che l'INSS non paghi per periodi in cui il diritto agli importi non è stato ancora definitivamente dimostrato.
Data della citazione contro provvedimento amministrativo: una questione di diritto
Tradizionalmente, il calcolo degli arretrati si basa sulla data dell'ordinanza amministrativa. Tuttavia, il Ministro Maria Thereza propone che serva come riferimento la data della citazione da parte dell'INSS, sostenendo che è da quel momento in poi che l'organismo viene formalmente a conoscenza del processo, e può quindi verificare e istruire adeguatamente la situazione.
Se accolta, questa modifica avrebbe un effetto legato a casi simili futuri, unificando l’approccio giudiziario e possibilmente riducendo l’incidenza di processi lunghi e costosi, sia per l’INSS che per i beneficiari.